
Gli esportatori africani di soia dispongono di un’opportunità unica per mettere in discussione la supremazia della soia americana sulla scena internazionale. Con una quota significativa della produzione africana di soia non OGM e una domanda mondiale in crescita per prodotti con etichetta “pulita” e sostenibili, i produttori africani sono idealmente posizionati per attrarre paesi importatori strategici.
Da tempo le esportazioni di soia degli Stati Uniti occupano un ruolo centrale nel commercio agricolo mondiale, con volumi significativi acquistati da paesi come Cina, Messico, Giappone e Corea del Sud. Sebbene i dati finali verificati dall’USDA per il 2024 siano ancora attesi, le tendenze attuali indicano che i 10 principali importatori di soia americana (in tonnellate metriche) probabilmente rimarranno gli stessi degli anni precedenti:
Cina: circa 25–26 milioni di tonnellate metriche
Messico: circa 5–6 milioni di tonnellate metriche
Giappone: circa 4–4,5 milioni di tonnellate metriche
Corea del Sud: circa 3,5–4 milioni di tonnellate metriche
Taiwan: circa 3–3,5 milioni di tonnellate metriche
Indonesia: circa 2–2,5 milioni di tonnellate metriche
Vietnam: circa 1,5–2 milioni di tonnellate metriche
Malesia: circa 1–1,2 milioni di tonnellate metriche
Filippine: circa 1–1,2 milioni di tonnellate metriche
Paesi Bassi: circa 0,8–1 milione di tonnellate metriche
La Cina continua a dominare il mercato, mentre altre zone strategiche in Asia, America Latina ed Europa (in particolare tramite i Paesi Bassi) restano cruciali. Per gli esportatori africani, questi mercati consolidati rappresentano sia sfide che opportunità. Infatti, la crescente domanda di prodotti a base di soia non OGM e sostenibili, soprattutto in Asia, posiziona vantaggiosamente il profilo produttivo africano come una valida alternativa ai rifornimenti dominati dagli OGM.
Miglioramento della qualità e dell’accessibilità dei semi
TGX 1448‑2E: apprezzata per il suo alto rendimento e l’adattabilità in Africa occidentale.
TGX 1876‑4E: riconosciuta per la sua tolleranza alla siccità in ambienti marginali.
TGX 1835‑10E: concepita per offrire sia rendimento che resilienza di fronte a precipitazioni irregolari.
TGX 1904‑6E: celebre per le sue prestazioni agronomiche superiori e la qualità dei suoi semi.
Inoltre, istituti di ricerca locali in Nigeria, Sudafrica e Uganda hanno sviluppato varietà non OGM specifiche per le rispettive regioni, adattate ai terreni, ai climi e alle pressioni fitosanitarie locali. Questi sforzi sono essenziali per aumentare la produttività e allineare la produzione agli standard internazionali non OGM.
I governi africani, in stretta collaborazione con partner internazionali come la FAO, l’Unione Europea e le banche di sviluppo regionali, possono accelerare notevolmente i progressi nel miglioramento dei semi di soia. Facilitando il trasferimento di tecnologia e stabilendo accordi di licenza, tali partenariati permetteranno alle istituzioni nazionali di sviluppare e distribuire semi di alta qualità, convenienti e appositamente adattati alle condizioni locali.
Ottenere certificazioni (come la verifica del Non‑GMO Project) rafforza la fiducia degli acquirenti e distingue la soia africana dalle alternative OGM.
Implementare programmi di tracciabilità e assicurazione della qualità per garantire lo status non OGM e la qualità alimentare di ogni spedizione, rispondendo così alle esigenze degli acquirenti internazionali più esigenti.
Sfruttare i costi di produzione inferiori in Africa, combinati con tecniche agricole moderne e una logistica efficiente, per offrire una soia a prezzi competitivi.
Esplorare le possibilità di trasformare la soia in prodotti derivati (farello, olio, ecc.) per soddisfare esigenze specifiche del mercato e migliorare i margini.
Adeguare le specifiche dei prodotti (tasso di umidità, qualità proteica, confezionamento, ecc.) per rispondere alle esigenze tecniche degli acquirenti in paesi come Giappone e Corea del Sud.
Mettere in evidenza metodi di produzione rispettosi dell’ambiente e socialmente responsabili, sempre più valorizzati dagli importatori in Europa e in Asia.
Collaborare con commercianti internazionali, distributori locali e trasformatori per stabilire contratti di fornitura a lungo termine e instaurare fiducia.
Partecipare a missioni commerciali e fiere professionali per interagire direttamente con i potenziali acquirenti, mettere in evidenza i vantaggi del non OGM e raccogliere preziose informazioni sulle esigenze del mercato.
Lavorare con le autorità governative per trarre vantaggio dagli accordi commerciali preferenziali e dalle riduzioni delle barriere tariffarie, rafforzando così la competitività complessiva della soia africana.
Sviluppare sistemi moderni di trasporto, stoccaggio e movimentazione in bulk per garantire una consegna puntuale e preservare la qualità dei prodotti.
Implementare itinerari di spedizione diversificati, strategie di copertura e sistemi digitali di gestione delle scorte per limitare la volatilità dei prezzi e controllare i rischi legati alla catena di approvvigionamento.
Identificare zone agroecologiche ad alto potenziale per una produzione concentrata, sostenuta da modelli di agricoltura contrattuale che collegano i piccoli agricoltori ai trasformatori commerciali.
Avviare programmi nazionali di formazione sulle Buone Pratiche Agricole (BPA) e sulla conformità non OGM per migliorare i rendimenti e la qualità dei prodotti.
Investire in hub cerealicoli strategici, sistemi di tracciabilità digitale e laboratori di analisi moderni per garantire una qualità costante e soddisfare gli standard internazionali di esportazione.
Creare gruppi di lavoro nazionali e programmi di preparazione all’esportazione per ottenere le approvazioni fitosanitarie, gli accordi commerciali e le certificazioni necessarie, promuovendo al contempo una campagna di branding “Soia Non‑OGM Africana”.
Gli esportatori africani di soia sono in una posizione eccellente per conquistare una quota maggiore del mercato mondiale grazie a una produzione non OGM, prezzi competitivi e pratiche sostenibili. Con solide certificazioni, partnership strategiche e investimenti in una logistica moderna e in un’infrastruttura di produzione avanzata, potranno competere efficacemente con i fornitori tradizionali in mercati chiave come Cina, Messico, Giappone e Corea del Sud. Adottare queste strategie consentirà ai produttori africani di allinearsi alle tendenze globali e di affermare una presenza forte e competitiva sul mercato internazionale della soia.
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Sig. Kosona Chriv
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